sabato 24 ottobre 2009

Contromafie 2009, prima giornata

Bisogna battere la mafia. E lo Stato da solo non puo' farcela: serve "un'ampia partecipazione democratica", l'impegno di tutti. La seconda edizione di "Contromafie. Stati generali dell'Antimafia", promossa dall'associazione "Libera", si è aperta oggi a Roma con l'invito del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a fare squadra contro la criminalità organizzata. "In questi anni - ha detto Napolitano - e' vero che la mafia ha trovato il modo di crescere, ma e' anche cresciuto il movimento, la consapevolezza, l'azione dello Stato. Se terremo insieme la coscienza civile, la mobilitazione, soprattutto quella giovanile e l'azione delle forze dello Stato, questa battaglia la vinceremo".
A lungo applaudito dal pubblico dell' Auditorium della Conciliazione, Napolitano ha poi rivolto "un saluto affettuoso soprattutto ai familiari delle vittime" e ha ribadito che "ci dovrà essere sinergia tra la mobilitazione, la partecipazione, soprattutto dei giovani e l'azione dello Stato".
Parole particolarmente apprezzate dal "padrone di casa", il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, che dal palco ha parlato della necessità di una "buona politica, che non lasci indietro nessuno, perchè solo includendo i più fragili si avrà un mondo più giusto". Don Ciotti ha quindi invitato a "vivere e a far vivere la Costituzione prima di cambiarla. Quei diritti e doveri non possono restare su carta, ma diventare carne e vita concreta".

Il presidente di Libera ha aggiunto che il contrasto alle mafie deve partire anche dalle chiese, oggi "troppo neutrali". Bisogna "ribadire - ha affermato - l'incompatibilità tra il Vangelo e la criminalità organizzata. Non ci puo' essere una mafia devota". Parlando dei nuovi sviluppi sulle stragi di mafia degli anni Novanta, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha osservato che oggi "'il sipario si e' alzato e tanti ricordi sono affiorati'. Ma per ricostruire la verita' non bastano solo 'i ricordi di ex mafiosi o figli di mafiosi: se non ci fosse stato un mafioso pentito che si fosse accusato della strage di Borsellino e il figlio di un ex mafioso, tutto sarebbe rimasto sepolto nell'oblio per sempre". E in merito alla presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra, Grasso ha insistito che questa non può essere giustificata, come non si possono "accusare uomini dello Stato di aver parlato troppo tardi su cose di cui tutti avrebbero dovuto essere a conoscenza se non avessero perduto la memoria".

Il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Giuseppe Pisanu, ha detto che terrà una relazione sull' argomento, mentre il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ha auspicato che venga accelerata 'la liberazione dei territori italiani da mafia, " 'ndrangheta e camorra". Quest'ultimo mentre parlava delle iniziative legislative messe in atto e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, è stato contestato da una donna testimone di giustizia, seduta in platea. che l'ha invitato "a dire la verità" sulla situazione in cui si trovano i testimoni di giustizia. Secondo la donna, di origine calabrese, "non è vero che questi sono quadruplicati" e comunque "si trovano in circostanze economiche e sociali disagiate, privi di sostegno da parte dello Stato". "Non nego - ha replicato Mantovano - che ci siano problemi, però per risolverli possiamo parlare guardandoci negli occhi". (ANSA)

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